Da ormai qualche anno è in corso un acceso dibattito sul tema “le piante sono intelligenti?”. Professori universitari, illustri ricercatori, biologi, eminenze scientifiche, da una parte all’altra del mondo, si scontrano affermando teorie opposte: chi sostiene che le piante abbiamo un’intelligenza, quindi possano percepire anche emotivamente la realtà che le circonda e gli altri esseri umani, e chi invece riconosce ai vegetali capacità di interazione con il proprio ambiente molto sofisticate, ma per le quali non vi è bisogno di parlare di intelligenza.

Che si possa o meno attribuire alle piante una forma di “intellectus” sembra ancora da capire, è però sicuramente innegabile il fatto che le piante percepiscono il mondo che li circonda tanto quanto lo percepiscono gli animali e l’uomo stesso. Secondo il Prof. Umberto Castiello, professore ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica dell’Università di Padova, le piante hanno comportamenti molto simili a quelli che si osservano negli altri esseri viventi e di conseguenza è facile pensare che anche le piante posseggono processi mentali.

“Ciò che propongo – afferma il Prof. Umberto Castiello – è di considerare le piante come un sistema a-neurale in grado di contribuire alla comprensione dei meccanismi fondanti della cognizione, se come definizione di cognizione adottiamo la capacità di percepire i segnali provenienti dall’ambiente circostante, elaborarli e mettere in atto risposte e strategie necessarie alla sopravvivenza. In altre parole, le piante sono cognitive nella scelta delle soluzioni da adottare, per far fronte alle difficoltà legate alla loro esistenza. Esse sono estremamente consapevoli del mondo che le circonda: distinguono e reagiscono con diverse modalità a differenti tipi di luce (ad esempio rossa, blu, raggi uv etc.) percepiscono i profumi e codificano piccolissime quantità di sostanze chimiche disperse nell’aria così come possono distinguere tra diversi tipi di contatto quando toccate. Inoltre, sono consapevoli della gravità come dimostra il fatto che possono modificare la loro crescita affinché i germogli crescano verso l’alto e le radici verso il basso. In aggiunta ricordano eventi del loro passato quali le infestazioni e le intemperie che hanno esperito e alle quali sono state sottoposte così da proteggersi quando questi si ripresenteranno.”

Se ci pensiamo tra le parole citate dal Prof. Umberto Castiello ci sono diverse informazioni che tutti noi già conoscevamo, ma se inserite in questo tema ci dovrebbero far capire quanto in realtà sia importante pensare alle piante come degli esseri senzienti e sviluppare di conseguenza con loro un rapporto diverso, fondato sul rispetto, sull’amicizia e sulla comprensione. Se ognuno di noi iniziasse a comportarsi in questo modo, senz’altro il mondo starebbe meglio e noi con esso. Perché, dibattito o meno, su una cosa non si può discutere: noi siamo il mondo, il mondo è costituito da piante, noi siamo come le piante. Se vogliamo stare bene noi, devono stare bene anche loro. E viceversa.