Non servono proclami né manifesti. Per innescare una rivoluzione ai tempi dei social, oggi, basta un semplice hashtag. Così, dopo la mobilitazione globale scaturita sull’onda del #MeeToo, è un altro hashtag a catalizzare l’adesione di milioni di persone in tutto il mondo, celebrities comprese: #SkinPositivity.
Declinazione del più ampio concetto di “body positivity”, anche quello di #SkinPositivity punta ad affrancarci da pregiudizi e stereotipi ormai vecchi come il cucco, all’insegna di una rivendicazione tanto semplice quanto dirompente: sentirsi liberi di mostrare (e amare) la propria pelle esattamente così com’è, senza paure e senza imbarazzi.
Già, perché così come ogni corpo si presenta in modo diverso, con forme e fattezze uniche, anche la pelle ha le sue peculiarità, non è mai naturalmente setosa, satinata e perfetta come appare nelle pubblicità. Ci sono donne con moltissime lentiggini, altre con zone bianche sulla cute, altre ancora che purtroppo soffrono in via cronica di condizioni come le dermatiti e gli eczemi. E tutte hanno il diritto di sentirsi a proprio agio “nella propria pelle”.
Lentiggini, brufoli, acne, macchie, cicatrici, segni del tempo: quelli che fino a ieri abbiamo considerato come difetti, imperfezioni da nascondere sotto strategiche coltri di make-up e filtri Instragram, possono – anzi, devono – essere mostrati con orgoglio e naturalezza, perché sono proprio queste “particolarità” a renderci bellissime (o bellissimi) in modo davvero autentico.
Proprio come ha fatto Cara Delevingne in occasione dell’ultimo Met Gala: in tailleur rosso firmato Dior e sotto assolutamente nulla, l’attrice e modella britannica ha scelto di mettere in mostra i segni della psoriasi – una malattia cronica di cui soffre ciclicamente e di cui non ha mai fatto mistero. Un fortissimo messaggio di empowerment e accettazione di sé rispetto a un disturbo che – come spesso accade con i problemi alla pelle – può generare disagio psicologico e senso di inadeguatezza (in Italia il problema riguarda quasi 3 milioni di persone).
E al fianco di Cara, sono tantissime le star che hanno voluto sostenere la causa della #SkinPositivity mettendoci – letteralmente – la faccia. Senza paura di mostrare i segni dell’acne, come le splendide Giulia De Lellis, Matilda de Angelis (che su Instagram scrive, «Le mie cicatrici sono belle») e Aurora Ramazzotti («Non combatto più con lo specchio»), o le macchie causate dalla vitiligine, come Kasia Smutniak.
E siccome non è mai troppo presto per iniziare a parlare di #SkinPositivity, non sorprende che anche Barbie – la bambola più venduta al mondo – sia diventata una paladina di inclusività, grazie a una linea di “Barbie Fashionistas” appositamente creata per raccontare la diversità attraverso varie tonalità di pelle, occhi, corporatura, ma anche la texture della pelle e alcune disabilità. Fra gli ultimi arrivati, una bambola senza capelli e un Ken con vitiligine.
Insomma, è proprio il caso di dirlo: la bellezza ha cambiato pelle.